
14 Lug La forza del guerriero e della rosa
“La relazione tra il maestro e l’allievo si inverte spesso: l’allievo arriva sempre ad aprire un po’ di più gli occhi del maestro, ad insegnargli qualcosa.”
Me lo sono detta tante volte, pensando agli scambi con le mie allieve: quante volte, coi loro racconti, con le loro domande, con le loro esperienze, mi hanno segretamente aiutata a far luce su qualcosa di mio?
Infinite volte.
Anche ieri mi è successo. Mentre preparavo un idrolato per un’allieva. Con lei, nel nostro percorso individuale La Crescita Yoga, stiamo lavorando sul riprendersi se stessa, il suo tempo, il suo spazio, il suo corpo, i suoi desideri, la sua forza. E sulla forza le ho chiesto di lavorare, anche in un modo tutto sottile ed energetico, abbinando al nostro percorso di introspezione ed elaborazione un’essenza di erbe, un idrolato, che la sostenesse.
Ma cosa significa “forza” nel lavoro energetico? Cosa significa “forza” nella prospettiva dello yoga? E in che modo possiamo avvicinarci alla natura e, mentre stiamo nella nostra pratica consapevole, farci sostenere anche dalla saggezza e dall’energia delle erbe?
Il nostro è uno stile di vita completo, una pratica in cui diversi linguaggi, tutti scritti nella semplicità della natura, si intrecciano, per sostenerci mentre camminiamo verso noi stessi. Si intrecciano, finché non c’è più, come non dovrebbe esserci mai, la linea di confine tra un modo di stare nel corpo o di usarlo e un pensiero, tra un asana e un’altra forma di cura e rieducazione, tra la filosofia e la nostra comprensione profonda delle dinamiche che ci circondano.
Forza, nel linguaggio psicofisico e completo dello yoga, è come virabhadrasana, la posizione del guerriero ed è come un mix di essenze di rosa, timo e menta. E’ fermezza, coraggio e cuore aperto.
Forza sono i piedi ben piantati a terra del guerriero, che conosce bene il suo corpo e sa come usarlo, per stare nella vita. Forza è sentire il corpo sveglio, come ci aiuta a fare la menta.
Forza è il coraggio di guardare chi siamo e cosa abbiamo davanti, dietro e tutt’attorno. In virabhadrasana le braccia sono spalancate, o distese verso l’alto: si prendono lo spazio, che è anche la nostra storia, orche è lo spazio da cui veniamo, in cui stiamo e verso cui andiamo. Anche il timo, una pianta bassa, che vive attaccata a terra, balsamica e sempreverde, attivatrice del sistema immunitario, parla dello stesso coraggio: la forza di esserci e non tirarsi indietro.
Forza è il cuore spalancato ed esposto della posizione del guerriero, che ci chiede di aprire il respiro e tonificare dolcemente il battito cardiaco. Come la rosa, il guerriero ci insegna che forza e dolcezza non sono mai separate.
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Per info sulla pratica di yoga guidata da me: Il Corso Yoga Online.
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