Il mio lavoro è prepararvi un angolo selvatico

Devo saper silenziare tutti gli stimoli inutili che mi circondano, per concentrarmi sui miei scopi più alti. Devo saper alzarmi e dirigermi nella direzione che mi serve, devo saper smettere di compiacere gli altri e di nascondermi dietro le comodità, devo saper rinunciare a ciò che non mi dà più energia o amore. Devo saper creare spazi dove ricaricare le mie forze e onorare tutti i miei maestri: tutti gli imprevisti, tutte le delusioni, tutte le malattie, tutta la gioia, tutta la passione, tutte le meraviglie.

Dove nasce l’arte del riparare le nostre fragilità e le nostre rotture? Nel silenzio. E nel coraggio.

Noi donne dovremmo sapere qual è il nostro luogo selvaggio, il nostro rifugio nella foresta, quel posto dove tutto sembra creato per far svegliare i nostri sensi.

Silenzio. E coraggio: quando è stata l’ultima volta che hai rispolverato i tuoi sensi e hai restituito loro il compito di riportarti nel tuo centro?

Noi donne dovremmo garantirci occasioni in cui ci abbandoniamo ad una voce che ci guida nel rilassamento, nei nostri viaggi al cuore delle emozioni. Dovremmo ricordarci di tornare spesso alla saggezza del nostro corpo, a curare le sue forme, ad allenare la sua resistenza. Dovremmo praticare l’onestà nel pensiero, ripulire la mente e la memoria, coltivare la raggianza.

Dovremmo praticare per superare la vergogna che proviamo dei nostri doni, dovremmo lavorare a distribuirli, ognuna secondo le arti che ha riscoperto in se stessa.

Il mio lavoro è liberare quelle arti e farle uscire nel modo più istintivo e lampante.

Quali sono le tue arti? E quante parti di te hanno bisogno di provare quel sollievo che viene dal sapere che, sì, stai davvero compiendo il tuo ruolo nel mondo?

Il mio lavoro è risvegliare i sensi. Usare il corpo per far tornare vivi il trasporto e la convinzione di cui siamo capaci. Il reiki, l’ayurveda e gli asana insegnano al corpo a leggere nel cuore e ad esprimersi con coscienza, con originalità, con grazia. La psicologia semplice e diretta dello yoga insegna al pensiero il suo vero ruolo: calarsi nell’esperienza e portarla sul trono di ciò che vale la pena di essere vissuto, comunicato e poi usato per continuare a far passi verso avanti. Il cibo, la scelta delle parole e la natura parlano all’istinto, a tutto ciò che, di noi, abbiamo imparato ad addormentare.

Il mio lavoro è preparare un sogno, una strada e poi mettermi in disparte, rispondere alle domande, essere presente come un confine di protezione. Tra qualche giorno verrà a trovarmi un’allieva, per una delle esperienze personalizzate che conduco a Il Casale Yoga. Il mio lavoro sarà preparare un viaggio: non sono tutti viaggi, quelli in cui ci immergiamo quando pratichiamo?

Il mio lavoro è riportarti qui, dove c’è tutto quello ce ti serve sapere. Qui, nel tuo corpo. Qui, nel tuo pensiero lucido e fiero. Qui, nel tuo silenzio, Nel tuo coraggio.

Il mio lavoro è mostrare alle mie allieve quanto sono belle, quando si scoprono, quando si alleggeriscono. E’ accompagnarle nell’apertura, dove non possono più far finta di non conoscersi, non essersi viste, non potersi prendere cura di sé. E’ il mio lavoro su di me, la mia pratica di sempre, la luce che mi guida.

Durante le Esperienze Personalizzate il tempo è lento e condiviso. Si parla, si ascolta, si fatica e non ci si scorda mai di sé. Per l’allieva che verrà a trovarmi tra qualche giorno ho creato una ricetta, un piatto selvatico e variegato abbastanza da far essere pratica e yoga anche quel momento in cui ci fermeremo a nutrirci delle nostre chiacchiere, dell’accoglienza dei muri, dal calore del cibo.

Spero che questa ricetta ispirerà anche voi. Che possiate trovare il vostro silenzio, il vostro coraggio, il vostro angolo selvatico, capace di ricordarvi tutte le arti che siete.

zuppa di fave, ortica e gnocchi di pane


Gli ingredienti sono dosati per tre persone.

Gli gnocchi di pane:

  • 400 gr di pane casereccio, solo mollica
  • un uovo
  • una presa di sale
  • un pizzico di noce moscata
  • due cucchiai di olio

Sminuzzate la mollica del pane, mettete tutti gli ingredienti in una ciotola e impastateli fino ad avere un composto morbido e malleabile. Create dei rotoli di impasto, che taglierete a piacere, a seconda della grandezza che volete dare agli gnocchi.

La zuppa:

  • 15 fave da sbucciare
  • 1500 ml di brodo vegetale
  • tre manciate di foglie d’ortica fresca
  • tre manciate di foglie di fava
  • uno spicchio d’aglio
  • un cucchiaio d’olio
  • un cucchiaino di sale grosso e sale fino quanto basta per insaporire fave e ortica

Portate a bollore il brodo vegetale salato e, nel frattempo, fate un leggero soffritto di olio e aglio. Aggiungete al soffritto le fave sbucciate e fate rosolare per 5 minuti, quindi aggiungete l’ortica e le foglie di fava e lasciate rosolare per altri 15 minuti. Unite il soffritto di fave e ortica al brodo vegetale e lasciateli cucinare insieme per 10 minuti, prima di aggiungere gli gnocchi. Quando gli gnocchi saranno saliti a galla la zuppa sarà pronta. Io, in omaggio al mese in cui il sambuco scoppia di fiori, ne ho usati una manciata per decorarla. Il sambuco darà un leggerissimo sapore fiorato e dolce alla zuppa. aggiungerà proprietà drenanti e sarà un buon sollievo per gli occhi.

Qui puoi trovare più info sulle Esperienze Personalizzate a Il Casale Yoga

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