Se cedo il controllo- la ricchezza, la dignità, la profondità

E’ come lasciarsi attraversare dal respiro: posso massaggiarmi l’addome, consolare una tristezza, chiedere scusa al petto, o al bacino sempre troppo trascurati, posso portare spazio e aria tra i pensieri. Il nostro lavoro è come lasciarsi attraversare dal respiro e parte da lì.

Non ci interessa analizzare o spiegare, ci interessa vivere attraverso il corpo e riviverci, per risvegliare i sensi e lasciarli finalmente esprimersi.

Se cedo il controllo, cosa rimane di me?

Eravamo impegnate in un asana, io e una dolce allieva, ieri. Sono felice, quando gli allievi mi pongo questa domanda, la prendo sempre come il segno che qualcosa nella loro percezione psicofisica sta cambiando, si sta ampliando.

La nostra pratica ci insegna a lasciarci attraversare dal respiro, da qualsiasi sensazione. Ci insegna a farlo restando saldi, forti di un controllo che non è quello della mente, ma quello della presenza nel corpo, nella percezione, di cui impariamo a non avere paura.

Il controllare, il tendere e il trattenere, allora, sono trasformati, evoluti. Invece di controllare con una tensione fisica, con un pensiero irrigidito o con una sensazione negata, canalizziamo con dolcezza quel che sentiamo, imparando ad aprirgli le porte.

Se cedo il controllo, cosa rimane di me? Rimane tutto l’universo che sono in grado di percepire, rimane la mia storia, di cui sono tornato padrone, rimane la mia presenza, che riconosce ogni sensazione come un segnale e un maestro e, atroce o meravigliosa che sia, la accoglie con un mantra: “Grazie di essere qui. Grazie di informarmi sempre su chi sono e chi sono stato. Grazie di ricordarmi ciò di cui ho bisogno e ciò da cui sento di dover difendermi. Grazie di risvegliare in me la vita. Andiamo insieme: troverò un posto per te nella mia crescita, nella mia evoluzione, nella mia pace.”

Oggi condivido con voi una sequenza, che ho praticato nelle scorse settimane con gli allievi dello Studio Yoga a Roma. E’ studiata per risvegliare i centri di memoria corporea e sensoriale principali del corpo: il bacino e il petto. Che riesca mostrarci quanta ricchezza, dignità e profondità ci sono nel nostro corpo, sotto le tensioni dei muscoli e della pelle, sotto le visioni rigide e impaurite che abbiamo di noi stessi.

 

Se cedo il controllo- la ricchezza, la dignità, la profondità

Dopo almeno 5 minuti disteso a terra in posizione di rilassamento, porta le ginocchia al petto espirando. Mantenendo un respiro lento, fai oscillare i piedi da destra a sinistra. Prenditi tre minuti di tempo per questo kriya, aumentando via via la velocità dell’oscillazione e del respiro. Questo risveglierà la muscolatura addominale e sacrale e irrorerà il tuo pavimento pelvico.

 

Porta i piedi verso dietro, oltre la testa. Lascia distendersi il sacro, sentilo respirare, allungarsi e allargarsi, massaggiato dal respiro. Cerca un respiro profondo, che insegni al tuo corpo a respirare con tutti gli spazi che ha disposizione, anche con la schiena. Questo insegnerà al tuo corpo a trovare risorse infinite attraverso cui rilassarsi, anche quando le parti di te con cui hai più confidenza sono irrigidite o affaticate.

 

Sistemandoti seduto, alza le braccia e spalanca i palmi delle mani verso avanti. Porta ora il tuo respiro nel petto: quanto conosci del tuo respiro profondo? Quanto conosci delle tue sensazioni profonde? Quanto sai cedere il controllo?

 

Torna sdraiato e alterna le due posizioni: espirando allunga e schiaccia il corpo a terra, occupandoti soprattutto di distendere la zona lombare; espirando premi le braccia a terra per inarcare la schiena. Mantieni un respiro lento: sarà il respiro a comandare il movimento. Imparerai a seguire il ritmo del tuo sentire.

 

Mettiti in posizione accovacciata. Assicurati di avere i talloni appoggiati a terra, o sopra al rialzo costruito con una coperta, con due mattoni da yoga o con qualsiasi altro supporto che ti aiuti e non tenere i talloni sospesi: vogliamo che l’interno coscia si attivi e che le piante dei piedi si sveglino. Imparerai a sentire tutta la forza e la stabilità che le tue gambe sanno creare. Intreccia le dita delle mani e appoggiale sulla zona cervicale. Lascia lentamente crollare la testa: quanto sai cedere il controllo?

Concludi la tua pratica da sdraiato, abbandonando ossa e muscoli a terra. Concentra il tuo pensiero sul corpo, ascolta ogni sensazione che ti attraversa. Ora hai la possibilità di entrare in una nuova dimensione del cedere: quando cediamo le tensioni fisiche e mentali non siamo destinati a restare in balia delle paure. Cedere una tensione, nel corpo, significa riconquistare la forza per sentirci più saldi; cedere il controllo, nella mente, significa riconquistare l’energia per ascoltarci con attenzione, per scegliere, per padroneggiarci.

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