
30 Dic Lo Yoga del Fare: una pratica per la crescita personale
In me c’è un gusto particolare per le cose “all’antica,” per tutto quello che si fa con le mani e produce un risultato tangibile. Anni di lavoro sul corpo, attraverso lo yoga, la danza e la meditazione attiva, uniti alla vita immersa tra natura e bambini devono avermi plasmata, in un modo lento e deliziosamente inesorabile.
Così, se penso ad un complesso di pratiche che aiuti davvero un’allievo a guardare avanti, imparando ad onorare il suo passato, penso ad una serie di azioni e di impegni che lo portino a vivere nel corpo, nella ragione e nel cuore ciò che ha bisogno di comprendere e progettare.
Per me tutto lo yoga è uno yoga del fare, anche la meditazione lo è. Nelle pratiche di crescita personale su base yogica, il mio invito è sempre a ripercorrere il corpo, stimolare i sensi e rinvigorire i sogni. Il sistema nervoso ha bisogno di percepire nel corpo i segnali di qualcosa che sta cambiando, ha bisogno di appoggiarsi al dato concreto delle informazioni dei muscoli, per iniziare a credere, a guarire, a rigenerarsi.
La meditazione per i nuovi inizi di qualche giorno fa è stata il primo passo di una pratica più articolata, che ho suggerito a molte mie allieve nelle ultime settimane, finché mi sono resa conto che, qualsiasi momento dell’anno o della vita stiamo attraversando, a tutti fa bene prendersi occasioni di revisione e cura di sé, di ridefinizione degli obiettivi e riorganizzazione dei propri atti di presenza e fiducia.
“Ti consiglio di sfruttare questo momento di fine anno per guardare indietro, all’anno passato. Uno degli errori che facciamo più spesso è non darci il tempo per integrare le esperienze che abbiamo incontrato, con il risultato che ci sentiamo sempre scollegati dalla nostra realtà, dalla mete che abbiamo raggiunto e dalle trasformazioni che abbiamo attraversato. Tu quest’anno hai fatto la rivoluzione, perciò credo sia giusto regalarti tempo per integrarla. Potresti scrivere tre lettere, una con la tua voce di un anno fa, una con la tua voce di oggi e una con la voce della te tra un anno, per come immagini e vuoi che sia. Usa queste tre lettere come base per la riflessione:
– da dove vengo, dove sono, dove voglio andare?
– cosa ho imparato e quali fatti e persone sono stati i miei maestri?
– cosa ho bisogno di nutrire, cosa ho bisogno di lasciar andare?
– sono perfettamente coerente con i miei progetti, o ho bisogno di fare qualcosa per diventarlo?”
Ho scritto questo, ad una delle allieve che seguo nei miei percorsi di Yoga Counseling Online e poi mi sono resa conto di quanto queste parole fossero attuali, per il fine anno che è alle porte, per l’intensità della vita di chi pratica con dedizione e costanza, per l’impegno che un percorso di osservazione, evoluzione e auto guarigione richiede.
Vi invito ad allenarvi in uno yoga del fare che supera i confini del tappetino, in una di quelle pratiche di scrittura e descrizione di sé che amo tanto. Vi invito a prendervi del tempo vero, sentire la mano che scorre sul foglio e vedere il prodotto del vostro pensiero attento riempire una riga dopo l’altra. Vi invito, tra le gioie, i piaceri e le feste che vi auguro per i prossimi giorni, a rifugiarvi nella scrittura, prendendovi qualche ora di silenzio. Ad appoggiarvi alle vostre tre lettere e a regalarvi una parentesi di conversazione intima e onesta con voi stessi. E c’è un asana che vorrei che praticaste, prima di iniziare a scrivere, tra una lettera e l’altra, o dopo essere usciti dall’avventura di iniziare a raccontarvi la verità: è quello che vedete in foto. La posizione è un buon modo per dare respiro al corpo, che va sempre incluso, nelle nostre pratiche, soprattutto quando attraversiamo le tempeste di emozioni, le grandi domande, le infinite scremature per arrivare ad afferrare la nostra luce. Potete mettere un supporto a sostegno del busto, proprio come vi mostro nella foto, o farne a meno. Potete tenere la posizione per cinque/sette lunghi respiri, o anche di più, cercando di usare inspirazioni ed espirazioni per mettere spazio tra un pensiero e l’altro, tra una riflessione e la sua soluzione, tra un osso e l’altro, tra una vecchia immagine di voi e quella nuova, tra l’anno vecchio e l’anno nuovo, tra la fine appena successa e qualsiasi nuovo inizio.
“Hai le tue lettere: che siano un segno capace di fissarsi in te, per ricordarti da dove vieni, dove sei e dove stai andando. Hai la tua meditazione: sarà molto dolce e accogliente, sarà piacevole tornarci di quando in quando, fino all’anno nuovo.
L’idea è che tu arrivi al 2019 senza (troppe) cose in sospeso, con la coscienza degli insegnamenti che hai ricevuto, dei progetti che hai, di dove sai di dover migliorare e di dove puoi rilassarti ed essere fiera di te. L’idea è di iniziare il nuovo anno pulita e chiara, perchè queste sono due delle qualità portanti della vitalità, lucidità e passione di cui siamo sempre alla ricerca.”
Che il vostro fine anno sia buono. Che il vostro nuovo inizio, che tutti i vostri nuovi inizi siano fatti di luce, passione e presenza, come tutte quelle cose sentite, profonde e “all’antica,” che mi piacciono tanto.
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