Imparare la vita, vivendo: un olio infuso di erbe.

L’ultima cosa che ho fatto ieri: stare fuori, nel rosso del tramonto, ad accarezzare il cane, a telefonare ai miei genitori, lontani. La prima cosa che ho fatto oggi: correre fuori, a raccogliere i fiori di quell’aglio selvatico che, adesso, cresce abbondante nei campi lasciati liberi. Uno dei miei figli mi regala mille mazzi di questi fiori ogni giorno: “Per metterteli nei capelli,” mi dice. La prima cosa a cui la nostra pratica si rivolge, sempre: quella saggezza istintiva che nasce quando entriamo con tutto il corpo in un’esperienza, quando non abbiamo paura di viverla, perchè sappiamo dosare il respiro e le tensioni e la coscienza di noi che ci servono per attraversala, mantenendo il nostro centro.

Fare. E ascoltare. Fare visualizzando, immaginando: usare la meditazione come un filtro, quando la realtà è ancora troppo forte per essere incontrata di petto. E poi rimuovere anche la meditazione e i sankalpa e gli asana, quando vivere davvero non è più difficile, quando abbiamo imparato a sostenerci, senza negarci.

Fare e ascoltarsi è anche il consiglio che do più spesso ai miei figli. Cerco di trattenere tutte le ammonizioni che li porterebbero a non immergersi nella vita, con il loro corpo. Cerco di evitare i “non,” di farli bagnare, sporcare, sentire il sole sulla pelle e lasciarli star fuori anche se è già buio, perchè hanno ragione, a voler sentire anche a luce delle stelle. A volte questo fare lascia segni sul corpo. Anche questo mi piace: che la vita si impari vivendo. Sistemando e dipingendo una delle sue invenzioni di falegnameria, uno dei miei bimbi si è creato una brutta screpolatura alla mano, nei giorni scorsi. Ieri sera, dopo essermi riempita della meraviglia del tramonto, ho provato a restituire a lui un po’ della cura in cui mi sento immersa, sempre.

Tra gli oli che ho creato quest’anno, per la nostra azienda agricola ce n’è uno specifico per le mani: è un’infusione di fiori di elicriso e calendula, nel nostro olio d’oliva. E’ un olio prezioso, per noi che passiamo tanto tempo all’aria aperta, a lavorare con le mani. L’ho pensato come un olio prezioso per chiunque, come un simbolo: non è più necessario trattenerci, possiamo immergerci e sperimentare ogni cosa a cui i nostri sensi siano pronti. La natura, la nostra natura, così allenata e conosciuta è qui per questo: per farci imparare la vita, vivendo.

Il massaggio che ho fatto a mio figlio, lo stesso che faccio a me ogni sera, per idratare le mani dopo il freddo, l’umidità, l’acqua e il sole, o i saponi troppo aggressivi e l’aria secca del riscaldamento è semplicissimo. E’ fatto di movimenti circolari, lenti, che aiutino la pelle ad assorbire tutto l’olio, stimolandone la circolazione e la rigenerazione. Calendula ed elicriso creano un mix idratante e cicatrizzante, capace, nel tempo, di eliminare o minimizzare anche macchie e cicatrici di vecchia data.

La nostra pratica, sempre: conoscere gli strumenti che ci rassicurarono e consolano; sapere cosa ci fa bene e saperlo costruire; saper prenderci il tempo per riposare e rigenerarci, quando serve. Non avere paura di vivere.

Potete avere tutte le informazioni sui nostri oli e sugli altri prodotti a base di erbe che la nostra azienda agricola produce alla pagina dedicata alle Erbe Yoga, da cui potete contattarmi per acquistarli.

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