Come mi sento e cosa vorrei: una pratica per definire il presente e preparare il futuro

Non è mai facile, definire con precisione come ci sentiamo e cosa ci sta succedendo in questo momento. Molti di noi si sono abituati a non avere se stessi, ma l’esterno, come riferimento: ci siamo abituati a pensare che va tutto bene, se gli altri attorno a noi stanno bene; ci siamo abituati a pensare che il nostro dovere è sintonizzarci con le emozioni del contesto in cui ci troviamo, parare i loro colpi, consolarle o sostenerle.

Nei nostri anni di crescita e maturazione come individui, ci hanno spesso insegnato ad essere compiacenti, a far felici gli altri e seguirli, senza badare troppo a quello che sentivamo dentro. Nel tempo, la capacità di percepire come ci sentiamo e cosa vogliamo davvero si è atrofizzata.

Con gli allievi che iniziano percorsi individuali con me, ci diamo sempre due regole: un patto per iniziare il lavoro di coscienza di sé su basi semplici, che ci facciano restaurare il modo di stare in noi, alla base.

La prima: chiederci spesso ”Come mi sento adesso?”
É un attimo. É un allenamento potente per la nostra attenzione, a stare centrata in noi: l’unico luogo da cui produrremo impressioni e prospettive azzeccate, l’unico luogo da cui Ci possiamo muovere per incontrare l’altro con vera accoglienza.

La seconda è far caso alle parole che usiamo, per descrivere le nostre azioni. Imparare ad usare sempre meno il “devo” è sempre di più il “voglio”. Imparare a fare degli obblighi che sentiamo delle scelte o dei vecchi pesi da scartare, se davvero non ci corrispondono più.

Amo tornare alle basi della mia pratica, sintonizzarmi sulle cose più semplici e profonde. A volte, per giorni, la mia unica pratica è soffermarmi spesso a chiedermi come mi sento e osservare quali parole mi scivolano d’istinto dalla bocca, per correggerle e imparare e imparare ancora quelle regole della definizione e della prospettiva su di me in cui credo tanto.

Come mi sento adesso?
Felice, leggera sapendo che posso godermi una giornata di sole. Voglio essere qui, voglio stare qui con tutta me stessa.
Come mi sento adesso?
Incantata dalla magia della terra e del sole: voglio raccogliere i primi pomodorini maturi e i fiori di finocchio, per l’insalata.
Come mi sento adesso?
Un po’ stanca: è stato un anno difficile voglio prendermi cura di me.

Siamo così abituati a non ascoltarci e ai “devo”, siamo così abituati a restare distanti da noi. Se c’è una regola da imparare dalla nostra vita yoga sarà questa: riprenderci noi stessi, sapere sempre come stiamo e riorganizzare la nostra vita su ciò che vorremmo, su quello che sappiamo essere giusto per noi.

 

Come mi sento e cosa vorrei

auto ascolto, meditazione, scrittura

La difficoltà di questa pratica non è tanto nella sua esecuzione, perchè è semplicissima e non ci richiede più di qualche minuto, ma nel ricordarci di essa, nell’intenzione che impariamo a fissare e mantenere.

Il mio suggerimento è di darci due o tre momenti durante il giorno, momenti in cui sappiamo di essere più liberi e con la mente alleggerita dai vari impegni. Questi momenti diventeranno la nostra isola, il nostro spazio sacro e, un giorno dopo l’altro, il nostro cervello inizierà ad associare a certe attività e luoghi o ad una certa luce del sole, la nostra pratica: fissare un’intenzione e mantenerla regolarmente ci aiuterà a fare diventare la pratica una parte di noi e delle cure che ci riserviamo ogni giorno.

Col tempo, questa dovrebbe diventare una pratica che ci accompagna sempre: dovremmo essere in contatto con le nostre sensazioni ed emozioni, con ciò che ci serve e vorremmo, in ogni momento.

Per la pratica, ci basterà interrompere per un attimo il flusso di pensieri e le azioni che stavamo compiendo. Ci basterà fermarci e chiedercelo: “Come mi sento adesso?” Cerchiamo parole, immagini o metafore che ci aiutino a descrivere a noi stessi come ci sentiamo. Questo è il primo passo per diventare abili ad esprimere i nostri bisogni e esporre agli altri esigenze e motivazioni.

Soprattutto per i primi tempi, è molto interessante tenere un piccolo diario, in forma cartacea o digitale, in cui annotare le diverse sensazioni che individuiamo: ci aiuterà a renderci conto di cosa viviamo ogni giorno di come si creano buona parte dei nostri disagi fisici ed emotivi.

Subito dopo esserci chiesti come ci sentiamo, poniamoci la seconda domanda: “Cosa vorrei adesso? Cosa mi servirebbe adesso” Anche questo ci aiuterà ad essere più chiari con gli altri e a farci rispettare di più per come siamo davvero, oltre che a costruire su una guida sicura il nostro futuro, che dovrebbe tenere sempre conto di chi siamo, dove vogliamo andare e cosa ci serve per stare bene.

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