
22 Set La teoria del bagno caldo: la gioia dell’intenzione e la cura di noi
Mi sono infilata nella vasca ed è stata una conquista. Qualche sera fa mi sentivo stanca e anche un po’ dolorante: venivo da una bellissima settimana, che mi aveva richiesto tanto allenamento fisico, tanta preparazione mentale, tanta versalità nel saper gestire cose e persone e contesti diversi. Era una di quelle sere in cui hai il corpo stanco, la testa che macina progetti e collegamenti, le idee chiare e un certo senso di radicamento a terra.
Mi sono trovata spesso a riflettere sul perché, per me, ci sia una sorta di legge inevitabile: riesco benissimo ad essere lucida e attiva, quando si tratta di prendermi cura degli altri, ma ho un’innata capacità di disorientarmi e bloccarmi, quando sono io, ad avere bisogno. So di essere particolarmente bisognosa, in questo periodo: tutti quei collegamenti, quell’allenamento fisico e quella stanchezza nascono dal bisogno che ho di sentirmi forte abbastanza per continuare, per centrarmi e ripartire con la nuova stagione lavorativa. Per questo e per tutti i periodi in cui mi sento bisognosa e disorientata, ho stilato una lista, un po’ di mesi fa: “Cose da fare, per non perdermi”. E’ un elenco delle varie cose che mi fanno stare bene, che mi tirano su il morale o riequilibrano la salute; un elenco di tutte quelle cose che so, ma che tendo a scordare, quando poi mi servono davvero.
“Fermarmi un attimo ad ascoltare come mi sento, capire quali sono le erbe che mi aiuterebbero a ricostruire la stabilità, prepararmi un infuso. Leggere i miei poeti preferiti. Scrivere. Scegliere un olio con cui farmi un lungo massaggio. Passeggiare a lungo, da sola. Una sessione di danza sensoriale. Cucinare. Scaricare le tensioni e sentirmi forte, con lo yoga conditioning.” Questi sono alcuni dei suggerimenti che la mia lista recita, insieme a: “Fare un bagno caldo, in una vasca piena di erbe e fiori e i loro profumi.”
Così, nonostante anche ricordarmi di guardare la mia lista non sia per nulla facile, qualche sera fa mi sono infilata nella vasca ed è stata una conquista, non tanto per l’acqua o le erbe o le candele accese, perché loro sono state solo una coccola, un dolcissimo “di più”. La nostra conquista, ogni volta che ci ricordiamo di ricorrere a qualcosa che ci fa stare bene, è l’aver esercitato una delle forze motrici più potenti che abbiamo a disposizione: l’intenzione.
Spesso, guardandomi dentro e parlando con i miei allievi, mi rendo conto che le resistenze ad esercitare la nostra intenzione vengono da un miscuglio di difficoltà e di dolori. E’ difficile avere fiducia in noi; è difficile fare davvero quello in cui crediamo. E’ sempre stato doloroso, ogni volta che abbiamo dovuto rinunciare al nostro modo di stare nel mondo; è stato doloroso, quando nessuno ha creduto in noi.
E’ così che ho pensato alla mia “teoria del bagno caldo”: perchè non ci ricordiamo che la nostra intenzione è prima di tutto gioia? Perchè non ci prendiamo il tempo per passare lucidamente in rassegna i nostri dolori e sentire che ora, più vivi e coscienti, possiamo anche essere diversi? Perchè non proviamo a darci un’altra possibilità? Nella serenità calda della mia vasca ho pensato che tutto di noi si merita una seconda possibilità: difficoltà, dolori e intenzioni. Tutto si meria più fiducia e anche gioia.
Giulia
Posted at 12:51h, 26 NovembreBellissimo articolo, grazie per averlo condiviso!
Ylenia
Posted at 21:45h, 28 NovembreGrazie a te di avere lasciato il tuo commento. Sono felice che il mio lavoro si utile!
Gustavo Woltmann
Posted at 11:36h, 18 MarzoBellissimo articolo Ylenia, spero continuerai a scrivere sul blog!
Se ti fa piacere puoi passare sulla mia pagina Facbook, lì pubblico quotidianamente riflessioni e foto sul mondo dello yoga!
https://www.facebook.com/Gustavo-Woltmann-107294244768315