Nel flusso delle emozioni: allenare il corpo, educare il sistema nervoso (video)

Nel processo di costruzione di una pratica energetica, che sia per gli allievi dei corsi online e del nostro progetto di esplorazione delle qualità psicofisiche stagionali o per gli allievi dei percorsi individuali, provo a tener conto di tanti ingredienti diversi.

Il lavoro energetico non mette il terapeuta, né la terapia al centro. Al centro del nostro lavoro c’è il paziente, c’è l’allievo, che porta un’esperienza sempre nuova e richiede al nostro sapere di inchinarsi alla verità dell’altro e alla nostra esperienza di combinarsi e ricombinarsi in un modo creativo e intuitivo ogni volta.
Il primo passo è ascoltare e guardare l’altro, perché ci interessano la sua verità, le sue prospettive e il suo modo di stare nel mondo: da lì si é originato il disagio e in quelle si risolverà.

Il primo ingrediente é saper ascoltare e osservare; il secondo é non avere bisogno di risolvere: il lavoro energetico rende l’altro autonomo, aiutandolo a considerare e sentire prospettive diverse, a liberarsi da quelle obsolete e stare con fiducia in quelle più sane. Il terapeuta energetico è un testimone, un sostenitore, un preparatore non un salvatore o la soluzione.

Mi metto seduta ad osservare me, il tempo, la luce del sole e la voce dell’altro che mi parla. Mi faccio guidare dagli insegnamenti dell’ayurveda e della filosofia indiana: guarire è ritrovare il nostro equilibrio, un equilibrio unico e personalissimo, diverso per ognuno di noi e per ogni momento e luogo che viviamo.

“Quali elementi e prospettive servono a me, a questo momento e a chi mi sta chiedendo sostegno, per ritrovare bilanciamento?”

La natura è la mia maestra più grande; saper riconoscere in me e fuori le sue energie è il mio punto di partenza. Saper ascoltare la voce degli altri e tradurre le loro richieste in energie e qualità che hanno bisogno di essere ritrovate, é ciò che mi fa sentire parte di questo mondo e capace di amarlo, come so amare io.

Ieri, con una dolce allieva, abbiamo parlato di dolore. Questa è la pratica fisica, accompagnata da una visualizzazione, in cui l’ho portata per far spazio al suo sentire e conoscerlo, sentendosi pronta e sostenuta in se stessa. É una registrazione di un’ora scarsa, in cui vi invito ad immergervi, per coltivare accoglienza verso le vostre emozioni e modi vostri, sani di viverle, sentendo che potete viverle.

Tutto il mio calore è in questa pratica. Tutto il mio rispetto, immenso, per il dolore che ci chiede di essere ascoltato, ci insegna e ci plasma é qui. Per seguire la pratica: “Nel flusso delle emozioni: allenare il corpo, educare il sistema nervoso“.

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