Insegnamenti dal Tantra | I

In queste sere di tepore primaverile, ho passato tanto tempo fuori, quando tutti già dormivano e le lezioni serali online di yoga erano finite: ho guardato la luna, cantato con un filo di voce, suonato piano quei pochi accordi che so fare con la chitarra.
Ieri, passeggiando per i campi attorno a casa, ho raccolto rametti fioriti di robinia e li ho passati mille volte sul cuore, sul viso, sulla pancia.

Perché è così difficile amarci?
Io credo, perché abbiamo perso la capacità, la voglia e il piacere di sentirci. O abbiamo perso la fiducia in quel che sentiamo.

Che senso ha correre, camminare, annusare i fiori e guardare il tramonto? Che senso ha cantare mantra, suonare e star seduti nei prati, ad ascoltare gli alberi? Non ha nessun senso. Serve solo ad allenare il nostro sentire. Serve solo a vivere. Però, da lì, impostiamo tutta un’altra vita.

Non ho ancora elaborato tutti gli insegnamenti che questo periodo di paura, cambiamenti, imprevisti, tempo, solitudine e riflessioni ha portato. Non so cosa pensare del futuro, ne come organizzarlo. Ma ho imparato il gesto sacro, che risponde sempre bene ad ogni evento: tornare alla natura, mettermi seduta, portare il respiro al cuore, tornare alla mia natura. Sentire e aspettare. Sentire e fidarmi. Sentire.
“Percepire meraviglia, costruire bellezza: insegnamenti dal tantra” è il piccolo percorso alla scoperta della pratica tantrica, per come l’ho ricevuta e la pratico nel mio imperfetto quotidiano, in cui vi porterò nelle prossime settimane. Solo questo sento di voler condividere con voi adesso: strumenti per stare nella vita e fiducia per sentire, non scappare.

Perché è così difficile amarci?
Io credo, perché non ci sentiamo più con piacere. È impossibile non amare, e intensamente, quel che si ha sentito.

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