Io sono al sicuro qui: mente e corpo per l’ansia e le paure

E se ti chiedessi di guardare con rispetto e meraviglia ai meccanismi istintivi del tuo corpo?
Se ti chiedessi di pensare che il corpo e la mente e i loro disagi, prima ancora che essere etichettati come “giusto” o “sbagliato,” “sano” o “malato” vanno compresi e consolati, vanno ascoltati perché ti stanno parlando e vanno amati, perché non hanno ancora perso la capacità di farlo?

“Io sono qui,” “Io sono al sicuro qui.”
La maggior parte dei problemi di ansia e paura, la maggior parte dei disagi alla base delle piccole e grandi ossessioni e instabilità quotidiane ha al centro un corpo che non si sente più al sicuro.

In qualche momento della nostra storia, un grande o piccolo trauma ci ha fatto pensare che avevamo bisogno di proteggerci. Ci ha fatto rifugiare nelle tensioni psicofisiche e allontanare dalle nostre radici, dal corpo attaccato a terra e sicuro, dalla mente capace di riconoscere il nostro confine e il nostro spazio personale, dal respiro.

La mia è una visione energetica dell’essere: insieme esploriamo le dinamiche che uniscono e fanno comunicare mente e corpo, in risposta alle nostre abitudini, ai nostri bisogno e sogni, alla nostra storia.

Quali sono le dinamiche in circolo, quando siamo presi dall’ansia, dalla paura e dall’instabilità?

Iniziamo a trasformare la nostra prospettiva. Mente e corpo stanno cercando di comunicarti qualcosa: cominciamo a riconoscere questo e, come è giusto che sia verso la libera espressione di chiunque, ascoltiamo e ringraziamo, ascoltiamoci e ringraziamoci. Il problema, il disagio, sono il segno che hai trovato una dinamica sbagliata in te; sono il segno che hai ancora voglia di guarire, anche se hai scordato gli strumenti per farlo. Fuori da ogni etichetta, prova a dare rispetto al corpo e all’istinto: il malessere non è un errore, non è una condizione sbagliata di cui liberarsi in fretta, è un messaggio da comprendere.

 

Se usciamo dalla visione del pensiero staccato dal corpo, se smettiamo di considerare i messaggi del nostro corpo e del sistema nervoso come un problema, iniziamo ad incontrare noi stessi, nella verità di chi siamo adesso e nella libertà di prenderci cura di noi, per come siamo, per come potremo essere, una volta ritrovata la salute completa.

 

Che cosa cambia, in noi, allora? Spostiamo la luce dal problema, che ci consente l’analisi, ma non la padronanza della sua soluzione e la mettiamo sulla comprensione:

 

“Il mio disagio è un messaggio, che qualche parte saggia e istintiva di me prova a mandarmi. Lo ascolto e lo accompagno nel suo scorrere, da sola o chiedendo aiuto, senza cercare di aggiustarlo o negarlo prima che esso sia davvero pronto a guarire. Imparo ad amare chi sono e chi sono diventata; so che tutto questo si è originato nella mia storia e sono pronta a guarirla.

Io sono qui. Io sono questa. Io imparo a sentirmi al sicuro qui, in me.”

 

Questo, nel lavoro che porto avanti con i miei allievi, è sempre il primo passo per la cura psicofisica del trauma, del blocco, della paura e dell’instabilità E’ un passaggio in cui entriamo pian piano, unendo la parola al movimento radicante: corpo e pensiero non sono mai scissi, ne si rassicurano l’uno senza l’altro.

 

Questa è una delle sequenze yoga che ho creato per i miei allievi nelle scorse settimane, abbinata a degli spunti per concentrare la mente e accompagnare la nostra interezza in un cammino di comprensione, salute e stabilità.

 

 

 

Io sono al sicuro qui: mente e corpo per l’ansia e le paure

 

Io sono qui. Sento il mio appoggio. Sento il mio respiro. Provo a fidarmi del mio corpo.

Se potesse parlare, cosa mi direbbe?

Sdraiata a terra, respiro a fondo e provo a cedere le mie tensioni al pavimento. Una coperta appoggiata sulla zona addominale può essere utile, per farmi percepire protezione e contenimento.

 

 

Io sono qui. Sento i piedi a terra e le gambe che si rinforzano.

Imparo a sentirmi al sicuro, nei miei piedi, nelle mie gambe.

Allargo i piedi e piego le ginocchia, fino a sentire le anche larghe e il bacino grande e stabile. Allargo le braccia, prendo una lunga inspirazione. Sento i miei piedi, sento le gambe forti, sento il respiro libero di massaggiarmi da dentro.

 

 

Io sono qui. Provo a trovare il mio centro forte, a percepire fisicamente che il sostegno di me viene da qui dentro. Sento la pancia e il bacino forti, li alleno. Imparo a sentirmi al sicuro nel mio centro.

Provo a misurarmi con il mio equilibrio. Cerco l’appoggio sul piede destro, bene radicato a terra. Piego il ginocchio destro e appoggio la caviglia sinistra, flessa, sulla coscia destra. Spalanco le braccia, lascio il petto libero leggero. So che la mia forza nasce nel mio centro.

 

 

Io sono qui. Imparo a sostenere gli sfoghi, gli scarichi e gli sbilanciamenti del mio sistema nervoso. So che ho un centro, so che ho delle radici. Consolo il mio pensiero traumatizzato e ne riconosco la saggezza. Lo sosterrò, con la forza e la centratura che sto creando in me, finché non avrò più bisogno di avere paura.

Allargo i piedi e mi piego verso avanti, flettendo le ginocchia, fino ad appoggiare la testa su un mattonicino da yoga, o su uno sgabello, o su una pila di libri… Premo sul supporto che ho scelto con la sommità del capo, sento la zona cervicale e tutta la schiena attivarsi. Sento il cranio respirare e allargarsi, sento la mente svuotarsi, mentre i piedi e le gambe mi sostengono.

 

Puoi praticare questa sequenza quando ti senti calmo, come allenamento per corpo e mente a costruire quella stabilità, che sarà la tua salvezza e la tua cura quando si ripresenterà una fase di disagio. Puoi praticare questa sequenza come calmante, ai primi segni di ansia, paura o instabilità psicofisica. Puoi costruire la tua preghiera a te stesso, il focus per la concentrazione sulla cura e il rinnovamento di te.

 

“Il mio disagio è un messaggio, che qualche parte saggia e istintiva di me prova a mandarmi. Lo ascolto e lo accompagno nel suo scorrere, da sola o chiedendo aiuto, senza cercare di aggiustarlo o negarlo prima che esso sia davvero pronto a guarire. Imparo ad amare chi sono e chi sono diventata; so che tutto questo si è originato nella mia storia e sono pronta a guarirla.

Io sono qui. Io sono questa. Io imparo a sentirmi al sicuro qui, in me.”

 

Qui puoi avere più info sui percorsi personalizzati che conduco con i miei allievi a Roma e in Umbria. Qui puoi avere più info sui miei percorsi individuali online.

 

 
 
 
 

 

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