
16 Set Il bisogno di stabilità: una ricetta per i miei tempi incerti
Ci alleniamo a vivere, con il nostro yoga. Ci alleniamo a mantenere un respiro profondo anche quando il corpo e il sistema nervoso sono provati o sfiniti. Ci alleniamo a rispondere con ascolto e accuratezza anche alle posizioni impreviste o innaturali. Ci alleniamo a goderci il piacere di quando va tutto bene- e questa è la cosa più difficile.
Io non smetto di sentire un gran bisogno di stabilità.
Ieri sera, ad uno dei miei corsi, un’ allieva mi ha chiesto cosa ne penso della respirazione con la bocca durante gli asana, così poco ortodossa per gli stili di yoga classico e così piacevole, quando il corpo e i nervi iniziano a scaricarsi davvero. Le ho risposto nell’unico modo che mi risuona davvero, da anni; le ho risposto che stimo gli insegnamenti classici e che sono incredibilmente grata di potermene distaccare, quando ne sento il bisogno.
Quasi tutto, nella mia pratica e nel mio insegnamento degli ultimi anni è votato a questo: qualsiasi sia il nostro scopo, che lavoriamo su noi stessi o per raggiungere uno scopo fisico o esterno, quella meta è solo nostra e, una volta sbloccata l’energia per raggiungerla, nessuno meglio di noi sa come farlo. Qualsiasi sia la nostra condizione di partenza, una volta che ce ne rendiamo conto siamo già sulla buona strada per guarirla e nessuno meglio di noi sa come.
E’ così che mi prendo cura di me. E’ questo che suggerisco ai miei allievi. E’ così che cresco i miei figli: mi alleno ad avere fiducia e amore per la saggezza umana e istintiva che ho davanti e dentro. Ogni cosa viene per un motivo. Ogni cosa è un maestro. Ogni cosa va ascoltata, anche il bisogno di respirare con la bocca e mandare all’aria tutti i dettami sulla pratica perfetta. Anche il mio bisogno di una pratica morbida e forte, anche il mio bisogno di mangiare cibi che mi facciano sentire più stabile, in un momento dell’anno delicato, di un anno così delicato.
Dopo mesi, finalmente riaprirò lo Studio Yoga ai miei allievi. Dopo la pausa estiva, stiamo iniziando il nostro terzo anno di scuola parentale e quest’anno anche la più piccola, Maddalena, studierà con noi. Dopo tanto tempo, la vita sembra poter riprendere una sembianza di normalità. E’ per questo che voglio sentirmi stabile, per tutto quello che ho passato, per tutto quello che ho ancora da vedere e da fare.
Il bisogno di stabilità: una ricetta per i miei tempi incerti
Quando sento il bisogno di coltivare più stabilità ricorro a due strumenti: il movimento e il cibo. Una pratica che sappia allenare bene i muscoli ed essere fluida al tempo stesso è quello che cerco: voglio essere flessibile e forte. So che ogni stato d’animo abita nel corpo e parte da esso. Una buona dose di proteine, di legumi e uova nel mio caso, è la mia base settimanale: voglio sentirmi forte e resistente. Ho cucinato spesso questo, nelle ultime settimane. Un piatto semplicissimo, che mi da un gran conforto: una vellutata di lenticchie con qualche pomodorino al forno sopra. E’ il mio tributo a questa estate, così stramba e diversa da tutte le altre. E’ il mio tributo ai sapori caldi e terrigni. che mi fanno sentire a casa in me.
Vellutata di lenticchie e pomodorini al forno
Prendo un po’ di lenticchie, nelle mani unite a coppa. Le lascio nell’acqua per qualche ora e poi le faccio bollire, finché sono ben morbide. Le scolo e le ripasso in padella con un cucchiaio d’olio, un po’ di sale e uno spicchio d’aglio. Nel frattempo, metto al forno una manciata di pomodorini e aspetto che si ammorbidiscano, diventando ancora più dolci. A volte aggiungo ai pomodori un po’ di origano o di menta. Quando sono pronte e scolate, frullo le lenticchie; aggiungo i pomodori e aggiungo altro olio, perchè la sua consistenza e il suo sapore sono un piccolo regalo in più, un premio per prendermi cura di me.
Mi concedo questo, e spesso: di muovermi, di mangiare, di essere onesta su quello che mi serve. Di non negarmelo.
Gustavo Woltmann
Posted at 11:39h, 18 MarzoBellissimo articolo , interessante unione di cucina e spiritualità!
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