Sanathana Dharma: ogni cosa viene per sostenermi

Cercare quegli strumenti, capaci di rivelarsi eternamente utili e stabili, anche nelle eternamente cangianti condizioni umane.

Fornire capacità, possibilità e prospettive: questo è sempre stato l’obiettivo della filosofia indiana, in cui tutto ruota attorno all’esigenza di sapersi relazionare a quello che la vita ci sottopone.

La vita, una maestra.

Il nostro corpo, lo strumento per attraversarla.

La nostra coscienza, quello sguardo limpido che non ne ha paura, che non prova a controllarla, che sa osservare e stare.

Il grande scopo di tutta la nostra pratica, delle tradizioni vediche, yogiche e ayurvediche che scorrono nel mondo da millenni  è quello di aiutarci a vivere con pienezza. Ci insegnano a trattare il nostro corpo come quel tempio sacro, bisognoso di cure e nutrimento che è. Ci insegnano a guardare tra i pensieri e le emozioni, riconoscendoci come quel grande, vasto contenitore che siamo- noi, sempre più grandi e più profondi di qualsiasi cosa ci succeda. Ci insegnano a stare fermi e continuare ad osservare qualcosa, finché non sappiamo che farne e poi ci spronano a muoverci, perchè il compito di ognuno di noi è agire in quell’ecosistema che è il mondo.

Il grande scopo di tutta la nostra pratica è sostenerci. Per questo l’impianto medico-filosofico indiano è nato col nome di: “Sanathana Dharma”, quell’insieme di indicazioni e qualità (dharma), capaci di essere eternamente vere e universali (sanathana).

Questi insegnamenti sembrano ricordarci costantemente: se conosci le dinamiche del tuo corpo e della tua mente, se sai leggere nel cuore di quello che accade attorno a te, avrai sempre risposte e risorse, sarai sempre sostenuto.

Con la definizione di Sanatahan Dharma, con una meditazione che facesse sentire alla mente e al corpo l’appoggio è iniziata la prima lezione del nuovo percorso yoga online, e con una domanda: “Quanto conosco la sensazione di essere sostenuto?”

Nel video: “Sanathana Dharma: la pratica che offre sostegno”, l’apertura della lezione e del percorso, che spero possano essere una pausa defaticante anche per voi, un’occasione per ricentrarvi, per ripartire dalla pratica, per ripartire da un luogo e da insegnamenti che resistono e crescono da sempre, per sostenerci.

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