
19 Apr Introduzione alla gratitudine
Abbiamo raccolto i fiori del biancospino che cresce giù, in fondo al campo. Ne faremo infusi e preparati per la nostra azienda agricola.
Mentre raccoglievamo, non ho smesso di cantare un mantra.
Sto cantando tanto, in questi giorni; sto imparando a suonare nuovi strumenti, sto parlando meno. Questi giorni di solitudine e introspezione mi stanno cambiando, in forme che non avevo pensato prima. Continuo a sentire il bisogno di irradiare vibrazioni buone, di guarigione, di pace. Passo molti dei miei momenti liberi ad immaginare di accarezzare la terra con la mia voce, con la mia danza, con i pensieri.
Abbiamo anche trapiantato i tulipani e ci siamo ripromessi di raccogliere piantaggine e cicoria spontanea per cucinarle. Io non ho mai smesso di cantare il mio mantra a Tara, che in una delle sue forme incarna la dea della terra, l’energia che nutre e accoglie, la saggezza che sa come e quando cambiare, che sa sempre cosa fare.
In tutte le tradizioni spirituali si fa riferimento ai momenti in cui, durante il nostro cammino, finiamo inginocchiati a terra. Sono i momenti in cui lasciamo i progetti, le previsioni e le forme predefinite di noi. Sono, si dice, i momenti in cui accade finalmente qualcosa di vero.
Vorrei dedicare la pratica della nostra prossima settimana a “Gratitudine”, la vera porta per tutto ciò che c’è di nuovo. La vera apertura. Il momento in cui impariamo qualcosa in più di noi, perché ci inginocchiamo senza più paura ne vergogna.
Cominciamo con la pratica: “Praticare l’ascolto in tempi di paura | VI Gratitudine”, in cui vi guiderò durante la prossima diretta.
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