Muoverci è un modo di fare spazio: incontrare il corpo

Ho guardato le stelle. Hai mai guardato le stelle? No, non passato distrattamente lo sguardo su quelle lucine mentre chiacchieravi o pensavi ad altro, ma guardato, come i nostri antenati, mentre si chiedevano chissà cosa su quei mondi lontani. Mi sono alzata che era ancora buio e sono uscita al fresco del giorno non ancora nato. Voglio avere il cuore morbido e il pensiero libero dei nostri antenati.
Ho aspettato che la testa si svuotasse, che il pensiero cedesse il passo allo spazio.

Ti sei mai rivolto alla stelle, alla natura, alla tua natura con fiducia?

Ti sei mai guardato dentro, aspettando che il pensiero cedesse il passo allo spazio?

Quando il pensiero cede, qualcosa nel corpo si rilassa- nel cuore, nel bacino, negli occhi, nei piedi.
Allora sono rientrata in casa: adesso, adesso sì che può iniziare la mia giornata.

Ho preso il tappetino, ho iniziato la mia pratica.

Ho provato a portare le stelle e lo spazio nella lingua del mio corpo.

 

Credo che uno degli errori che facciamo più spesso, noi, società dei mille stimoli, delle infinite parole, della paura di stare nel corpo e nell’istinto sia di non lasciarci mai lo spazio necessario per… respirare, stupirci, vivere. Occupiamo il corpo con le tensioni, riempiamo la mente di parole, zittiamo l’impeto che c’è là sotto.

Come possiamo tornare in quello spazio, che è lontano dalla parola? In quel luogo aperto in cui iniziamo a comprendere come funziona e cosa ci dice il corpo, che è il nostro primo spazio, quello che decide come occuperemo tutti gli altri?

 

Questa è una pratica per guardarci dentro, per fare spazio. E’ una piccola sequenza, che può essere usata da sola, come preparazione alla meditazione o alla fine di una pratica più lunga.

Vorrei che i suggerimenti di pratica che vi lascio qui fossero degli stimoli ad usare il corpo e il movimento in modo creativo: il movimento, soprattutto quando è lento e cosciente, è un modo per conoscerci, per stupirci dei lati di noi che ancora non conosciamo o che abbiamo schiacciato. Il movimento è un linguaggio, che va nella direzione della comprensione, del vuoto, della resa. Muoverci è un modo di fare spazio, come riavvolgere, vivendola, la nostra storia.

 

Ti sei mai guardato dentro, aspettando che il pensiero cedesse il passo allo spazio? Muoverci è un modo di far agire le nostre emozioni e stupirci, osservandole, e poi salutarle, per innamorarci del silenzio accogliente che si apre al di là di esse.

 

Muoverci è un modo di fare spazio

Il corpo si muove tutto, anche con un semplice gesto. Se rilassato, il corpo si smuove anche con il semplice respiro. Questa è la condizione che ricerchiamo con questa pratica: un po’ di forza nelle gambe e nelle braccia, un po’ di fiducia nel bacino, una buona circolazione sanguigna e linfatica e un respiro grande, che porti spazio e silenzio in noi.

Per questa pratica servirà tappetino e mattone da yoga, ma andranno benissimo anche una coperta e un bel libro voluminoso.

 

Porta le gambe larghe. Sistema il mattone dietro di te e appoggiaci sopra la mano destra. Inspirando porta il braccio sinistro in alto. Senti il respiro espandersi nella schiena e nella pelvi. Premi bene i piedi a terra e lascia che gambe e caviglie si rinforzino. Questo porterà pace e distensione nella parte inferiore del corpo. Dopo qualche respiro, ripeti la posizione anche sull’altro lato.

 

Tenendo le gambe larghe, porta in avanti e porta il peso sulle mani, appoggiando le ginocchia alle braccia. Lascia cadere la testa. Lascia il peso del busto appoggiarsi sulle braccia. Sentire che ti puoi sostenere, che puoi sostenere i pesi che occupano il tuo pensiero, porterà un grande sollievo alla mente e aiuterà le braccia a rinforzarsi. Serve forza, per sostenere il nostro silenzio, serve essere sicuri di noi: iniziamo ad allenare la nostra forza.

 

Porta la schiena a terra e le ginocchia al petto. Lascia che la schiena aderisca completamente al pavimento.

 

Prova a portare i piedi oltre la testa. Non importa che i piedi arrivino a toccare a terra. Ma prova a concederti questa grande distensione della schiena, che è anche un modo per cedere il controllo, per percepirti in una dimensione nuova e morbida.

 

Appoggiando le mania alla schiena, inizia a sollevare le gambe verso l’alto. Questa posizione ha infiniti benefici. Quello che ci interessa per il nostro proposito è l’attivazione mentale, la concentrazione, che riesce a darci: sangue e linfa tornano più velocemente verso il busto. La circolazione verso il cuore e la testa è aumentata: una volta sceso dalla posizione sentirai la mente leggera e centrata, la condizione ideale per la meditazione.

 

Metti seduto, in una posizione comoda. Useremo le mani e l’auto reiki per meditare attraverso il corpo e i sensi.

 

Appoggia le mani sulla testa. Tieni un respiro profondo. Prova a non mettere in tensione e spalle e concentrarti sul respiro e il ritmo del cranio. Quando si svuota dai pensieri, anche la testa respira, parla, danza, si prende spazio.

 

Appoggia le mani sul cuore, con una leggera pressione. Senti il cuore battere, Sentilo prendersi respiro e spazio, con sempre più determinazione, man mano che rilassi i muscoli che lo ricoprono.

 

Distendi le braccia dietro e impegna la schiena in un arco leggero. Inspira ed espira con la bocca: che sensazione provi, nel prenderti spazio?

Sdraiati a terra: quando spalanchiamo il nostro spazio, dilatiamo anche la percezione del tempo che abbiamo a disposizione. I maestri yoga lo chiamano il tempo assoluto: è quella dimensione in cui lo scorrere non è determinato dall’esterno, ma dal fluttuare delle tue percezioni. Questo è il momento in cui diventi padrone del tuo spazio e del tuo tempo. Tutto cambia e diventa tuo, in questa dimensione. Che sensazione provi, a muovere il respiro nel tuo spazio?

 

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