Nutrirci di energia: una colazione d’autunno

Guardare alla nostra energia significa rivolgerci a tutto ciò che si muove, dentro e fuori di noi: significa puntare gli occhi e l’attenzione su ciò che é vivo e vitale, o è stato strutturato dalla natura per essere vibrante, in movimento, attivo e capace di accompagnarci nella nostra evoluzione.

Sangue e linfa che circolano nel corpo sono energia. Le emozioni sono energie. Anche i pensieri lo sono. Le sensazioni sono energia. Il respiro e il cibo sono energia. Il movimento è l’espressione della nostra energia, che genia a sua volta vibrazione e riverberi tutt’attorno a noi.

Secondo l’ayurveda, che sempre informa e sorveglia la pratica dello yoga, conoscere, nutrire e conservare questa energia, dentro e fuori di noi, è l’occupazione più nobile e utile in cui possiamo impegnarci. Restare vitali, anche se il nostro grado di salute o fortuna non sono ottimali, lavorare per consolidare un’energia sana attorno a noi o smantellare e poi ricostruire con saggezza i contesti in cui non c’è più vibrazione: questo ci rende vivi e ci sintonizza col nostro dharma.

Il movimento, l’attenzione, la cura del corpo e l’alimentazione sono gli strumenti principali attraverso cui possiamo plasmare e curare la nostra energia.

Spesso allievi e lettori mi chiedono consigli per un’alimentazione yogica, che sia davvero rispettosa delle esigenze della nostra vita- impegnata, complessa, ricca- e al tempo stesso capace di incontrare quelle leggi dell’energia che ci sostengono e affascinano da sempre.

Diversamente dall’ayurveda o dalla medicina tradizionale, l’approccio yogico all’alimentazione guarda al cibo come ad un mezzo connessione tra il corpo e le emozioni che lo abitano, tra il nostro corpo e il nostro dharma, tra noi e la natura- gli alimenti, le stagioni, il paesaggio- che abbiamo attorno. Mangiare è un’altra occasione per ascoltarci, per connetterci, per sintonizzarci con quello che desideriamo e ciò in cui vogliamo impegnarci.

Spesso mi capita di confrontarmi con allievi e lettori su un pasto in particolare: quella colazione con cui lo yogin inizia la giornata, dopo le pratiche del mattino e prima di immergersi, corpo e intenzioni rinnovate, nel mondo.

Questa è una foto rubata, uno scatto di un attimo, poco prima di servire la colazione all’ultima allieva che ho avuto ospite al Casale. E’ abbastanza abbondante, perché tiene conto della pratica già fatta prima, al risveglio, e delle ora di lavoro che ci avrebbero aspettate per la mattinata. E’ fatta di porridge di avena, farina di carrube e succo d’uva, con uva fresca e mandorle + una pezzetto di crèpe di grano saraceno e carrube e un ovetto piccolo piccolo, di una delle nostre galline, che ha appena iniziato la produzione, insaporito all’origano.

 

Porridge di avena, farina di carrube e succo d’uva con uva fresca e mandorle

per due persone

Per il porridge:

  • tre cucchiai di fiocchi d’avena
  • tre cucchiai di farina di carrube
  • abbastanza succo d’uva per ricoprire completamente il mix di avena e carrube

Versate il mix di avena e carrube in un pentolino, ricoprite con il succo d’uva e mettete sul fuoco lento, mescolando finché il composto diventa cremoso.

Per le mandorle:

soprattutto nella stagione autunnale o invernale, mi piace far saltare le 4/6 mandorle per persone nell’olio o nel ghee: prendono una consistenza e un sapore più ricchi e aggiungono al piatto altri grassi buoni.

Quando è tutto cucinato, versate in ogni ciotola il porridge e completate con le mandorle e 6/8 acini di uva fresca: sarà un piatto dolce, ricco e vellutato.

 

Crepes di grano saraceno e farina di carrube, con uova sode all’origano

per due persone

Per le crepes:

  • due cucchiai di farina di grano saraceno
  • due cucchiai di farina di carrube
  • 4 cucchiai d’olio evo
  • 10 cucchiai d’acqua
  • un cucchiaino raso di sale marino (opzionale)

 

Mescolate insieme tutti gli ingredienti, versate qualche goccia di olio evo su un padella per le crêpes e pre riscaldatela. Quando la padella è bella calda, versate il composto e lasciatelo solidificare, prima di girare sull’altro lato.

Tagliate la crepe in due parti, una per ogni piatto, affiancandola a un uovo sodo, condito con un goccio d’olio evo, un pizzico di sale e un pizzico d’origano: aiuta il sistema immunitario, stimola il fegato e riscalda il corpo- è l’ideale per le colazioni d’autunno.

 

 

 

 

No Comments

Post A Comment