
10 Ott Il corpo liberato, l’anima amata
“Giusta. Sbagliata. Su. Giù. Pazza. Serena. Gloriosa. Uno spettacolo dello schifo completo. E’ tutto sacro. E’ tutto sacro! E coltivare questo livello di accettazione, apprezzamento, gratitudine, riconoscimento, neutralità e grazia crea il rilassamento e la forza di cui hai bisogno per consentire una guarigione fondamentale e capace di trasformarti la vita.” (Guru Jagat, “Invincibile Living”)
Inizierà così il terzo incontro del workshop “Anima e Corpo di Donna,” stasera. Il tema di questo incontro sarà: “Il corpo liberato, l’anima amata.” Esploreremo insieme la solida connessione tra le tensioni e i disequilibri di ossa, muscoli e sistema nervoso e i meccanismi di disagio , rigidità e depressione del pensiero e delle emozioni.
Che cos’è il corpo? E che cos’è l’anima? Sono davvero due realtà distinte, una concreta e l’altro no?
Il mio è un lavoro complesso, di quelli che sfiorano temi al confine con tante discipline, qualcuna scientifica e qualcun’altra tutta interiore e suscettibile. Uno dei miei primi impegni, incontrando nuovi allievi, è ridefinire la nostra visione di noi stessi, assicurandoci di non tralasciare nessun aspetto di noi: la nostra soddisfazione, la percezione grata e piena di noi è possibile solo se costruiamo una sensazione di completezza e riconoscimento totale. Anche verso il corpo. Anche verso la mente. Anche verso quella parte di noi che è così innata, sensibile, radicata nella nostra storia e intuitiva, da portare il nome di “anima.”
Incontreremo pratiche capaci di mettere in crisi le nostre rigidità fisiche di base, capaci di farci respirare a fondo e scoprire territori della percezione di noi che non incontriamo nel quotidiano; capaci di farci ricordare quanta forza possiamo sviluppare, quanto radicamento, quanta potenza, quanta sensibilità. E ci metteremo sedute, ad ascoltare, ad ascoltarci, perché nessun contenuto è fuori di noi: non lo è l’ascolto delle nostre emozioni, non lo è l’analisi delle nostre dinamiche, non lo è la nostra anima.
All’inizio di questo nuovo giorno, scrivo, medito, mi metto in ascolto e mi preparo. Il mio lavoro è soprattutto questo: fornire strumenti antichi, rivisitati con competenze nuove e creative; fare di me e degli spazi in cui lavoro dei contenitori accoglienti, in cui gli allievi si possano sentire al sicuro; lasciare che ogni corpo, meravigliosamente riempito della sua anima, inizi ad esprimersi, a raccontare la sua storia e a guarirla, nutrirla, elevarla.
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