La paura ci ferma, ci blocca. La tristezza ci toglie le forze. Il disorientamento e l’imprevisto ci fanno restare sospesi. E poi arrivano la frustrazione, la rabbia, la percezione della nostra impotenza e, allora, la negazione, la sordità verso ciò che proviamo: la nostra forma di difesa.

“Praticare l’ascolto in tempi di paura” sarà il mio modo di mettere gli strumenti che conosco a servizio di questo momento.

Un passo dopo l’altro, ascoltando e capendo cosa succede e cosa serve; un passo dopo l’altro aspettando che siano il corpo, l’intuizione e il pensiero alleati insieme a guidarci; un passo dopo l’altro lasciando liberarsi la nostra arte naturale: attraversare le cose, lasciarci informare e trasformare, andare avanti.

 

 

La pratica

Come sempre, iniziamo con un buon lavoro sul corpo.

“Radicamento” sarà per noi quell’attitudine calma che ci consente di riconoscere come ci sentiamo e non scappare. Il nostro radicamento sarà prima di tutto nel corpo, nei sensi, in ciò che ci attraversa che, nella nostra pratica, è sempre il segnale che ci guida a prenderci cura di noi e il maestro che ci accompagna alla soluzione, alla guarigione, alla crescita.

Per sostenere il nostro radicamento, partiamo con una sequenza che unisce asana, pranayama e meditazione; per ritrovare la completezza che la paura ci fa perdere, partiamo con movimenti lenti e respiri profondi; per ritrovare pace nel nostro intimo, partiamo con la dichiarazione onesta di cosa proviamo e rieduchiamoci a non scappare dalla nostra profondità.

Iniziamo questa settimana con la registrazione della prima pratica in diretta e qualche riflessione introduttiva: Radicamento.

 

La crescita

Per sostenere questa prima settimana del nostro percorso, ecco un rilassamento guidato che ci riporterà nel corpo, nella nostra verità, nell’amore per noi stessi, nella fiducia.

All’inizio di ogni nuovo percorso, la mente ha bisogno di essere rassicurata che ci possiamo fidare di quel che succede, ha bisogno di capire. “Paura: capirla attraverso lo yoga” è una lettura per entrare nel vivo della ricerca psicofisica alla base del mio lavoro.

 

La cura

Nello stile di vita che ho scelto per me e per la mia famiglia, nella mia pratica personale e nel mio lavoro provo a lasciarmi guidare da un insegnamento: ogni cosa è un maestro, ogni elemento della natura può vibrare in sintonia con la nostra natura, ogni cosa può diventare uno strumento di guarigione e nutrimento, se ne comprendiamo l’energia.

“La Cura” è quel ramo del mio lavoro che si occupa degli strumenti naturali e dolci con cui ci possiamo prendere cura di noi, nella salute del corpo e delle emozioni. Il reiki, il massaggio, le erbe e il cibo sono esplorati e usati come strumento di cura e auto cura: il contatto e le piante hanno accompagnato l’uomo nella sua storia, insegnandogli che la medicina è un’arte.

“Radicamento”, per noi, prenderà la forma del nutrimento, attraverso lo spunto ad usare il cibo per sostenere e compensare i nostri stati psicofisici. “Riscoprire l’istinto: nutrirsi di proteine e radici” contiene una ricetta e il consiglio per trovare radicamento e stabilità anche attraverso il cibo.